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Teatro di Pietracuta

di San Leo

29

mar'14

ore 21:00

Peter Pan

Genere: Teatro > Teatro per ragazzi

Autore: Lino Terra, Renato Patarca (tratto da J.M. Barrie)

Regista: Lino Terra

Compagnia: Teatro del canguro

con Vincenzo Di Maio, Agostino Gamba, Natascia Zanni

C'è una stanza: quella di Wendy e degli altri bambini dove a volte c'è anche una mamma che racconta storie. Lì tutto è caldo, protetto, rassicurante, forse un pò monotono. Di fuori al contrario c'è il mondo di Peter: senza obblighi, senza regole pesanti, pieno di cose e di esseri strani e suggestivi, tutti inafferrabili ed inconsistenti, perchè forse la fantasia e l’infanzia sono proprio così. C’è il paese di Peter e degli altri “bambini perduti”: un paese che esiste solo perchè lo si vuole raccontare e perchè si ha voglia di vederlo. Un paese che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è poi così “ampio ed esteso, con seccanti distanze tra un’avventura e l’altra”. C’è infine una finestra dove Peter vola per “predare” storie, così come fanno le rondini che, a tale scopo, nidificano sui cornicioni delle case. Una finestra attraverso la quale entrano ed escono fate, bambini, sorrisi strappati, baci non dati, occhi sgranati, voglie, paure, sogni, speranze, e tutti quei pensieri, così leggeri, che ti sollevano dolcemente nell'aria e ti fanno volare. Scenicamente lo spettacolo si presenta suddiviso in due parti. C’è un “sotto” che rappresenta la stanza, la casa, la famiglia, il nido; ovvero quel luogo per sempre abbandonato da Peter e forse, poi, per sempre rimpianto e desiderato. C’è anche un “sopra”: frenetico, vitale, sospeso nell’aria, ricco di fugaci apparizioni affascinanti o inquietanti. Lassù tutti si rincorrono senza mai incontrarsi, lassù ogni avventura è possibile e non c'è altro che non sia avventura. Queste due zone, antitetiche per definizione, sono però, in fondo, complementari; l’una non potrebbe esistere senza l’altra, come a dire che non esisterebbe evasione senza qualche cosa da cui “fuggire lontano”, e non esisterebbe nostalgia senza qualche cosa o qualcuno da ricordare, la sera, quando tutto è silenzio e s’aspetta la notte.